Individuo, morte e lascito
“Queste lettere che non giungono a destinazione – forse per la scomparsa del destinatario – sono il vero segreto di Bartleby e di ciò di
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“Queste lettere che non giungono a destinazione – forse per la scomparsa del destinatario – sono il vero segreto di Bartleby e di ciò di
Sono poche le persone che io amo veramente, e ancora meno quelle che stimo. Più conosco il mondo, più ne sono delusa, ed ogni giorno
Io non vivo nell’oscurità: vivo nella chiarezza più assoluta. A volte intuisco la fine … ed è allora che non vedo niente. Perché non c’è
L’Altro uomo non mi è indifferente, l’Altro uomo mi concerne, mi riguarda nei due sensi della parola «riguardare». In francese si dice che «mi riguarda»
Avevo molte storie da raccontare, molti aneddoti. Ma della storia che abitava dentro di me, la Cosa, questa colonna del mio essere, ermeticamente chiusa, piena
https://www.youtube.com/watch?time_continue=73&v=JUl8gyuxMKY&feature=emb_logo Uno dei concetti fondamentali ai fini della relazione di aiuto è, per il Counseling Filosofico, quello di Visione del Mondo. Essa è una sorta
L’autocoscienza è in sé e per sé solo quando e in quanto è in sé e per sé per un’altra autocoscienza, cioè solo in quanto
Cos’è dunque la malinconia? È l’isterismo dello spirito. Giunge un momento nella vita di un uomo, in cui l’immediatezza diviene quasi matura ed in cui
Quel che fa problema è il semplice fatto che la persona esiste sotto il regime di una vita che si snoda dalla nascita alla morte.
Un po’ tale espressione è stata suggerita dal desiderio di giocare col mio cognome; poi mi sono accorta che, forse, nel nome stesso non è
L’interesse alla morte e alla malattia, ai fenomeni patologici, alla decadenza non è che una variata espressione dell’interesse alla vita, all’uomo, come dimostra la facoltà
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“Nessuno di noi abita il mondo, ma tutti abitiamo esclusivamente la nostra visione del mondo. E non è reperibile un senso della nostra esistenza se prima non perveniamo a una chiarificazione della nostra visione del mondo, responsabile del nostro modo di pensare e di agire, di gioire e di soffrire. Chi si rivolge al counseling filosofico non è malato, è solo alla ricerca di un senso”.
– Umberto Galimberti –
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